Le 4 Province "un'isola tra i monti" dove si incrociano valli Alessandrine, Genovesi Piacentine e Pavesi e dove comincia l'Appennino. Il toponimo «Quattro province» si ritrova in alcuni studi di etno-musicologia degli anni Settanta per definire quest’area appenninica accomunata da uno stesso patrimonio di musica popolare. Solo di recente le popolazioni locali hanno iniziato a utilizzare l’espressione per indicare la zona, tanto nei suoi aspetti geografici quanto in quelli culturali. Il processo di allargamento identitario, però, è agli inizi. Come testimonia lo studioso locale Gianfranco Quiligotti, l’identità dei valligiani è da sempre incollata alle singole valli, segnate dai torrenti che scorrono nel loro fondo, dai campanili e dai paesi.

 

L’area si contraddistingue per le sue risorse paesaggistiche, storiche, artistiche e musicali di considerevole valore oltre alle sue produzioni tipiche. In merito a quest’ultimo aspetto a titolo esemplificativo, si citano i suoi vini, tra cui il vitigno autoctono del Timorasso, il formaggio Montebore, il salame nobile del Giarolo ma anche tanti altri prodotti frutto della biodiversità locale: le pesche di Volpedo, le ciliegie di Garbagna e la fragolina profumata di Tortona. Nonostante queste risorse e la sua posizione geografica strategica, che l'ha reso da sempre crocevia di collegamento tra la pianura e il mare (la via del sale) con un affaccio su 4 capoluoghi di provincia di 4 diverse regioni, questo territorio possiede tutti i tratti delle aree marginali (declino demografico, struttura economica debole, riduzione della superficie agricola, servizi rarefatti, azione pubblica frammentata) che tuttavia, e proprio per questo, ha consentito di conservare un ambiente autentico, non contaminato e impegnato a custodire una  biodiversità difficilmente riscontrabile in altri territori.

 

La proposta progettuale parte di qui, dalla valorizzazione di ciò che ancora è rimasto e che potrebbe perdersi nel giro di pochissimo tempo. Parte però anche dalla constatazione che le risorse da sole non bastano allo sviluppo territoriale se non diventano elementi di cooperazione tra soggetti privati e istituzioni; se non si attiva una rete di relazioni stabili tra gli attori dell’area vasta, capace di promuovere all’esterno tali risorse; se i soggetti che operano nelle singole valli non acquisiscono la consapevolezza che quelle risorse hanno una domanda di mercato. Alla luce di queste considerazioni, il progetto propone un evento di messa in rete di realtà pubbliche e private rivolto all’intera area, che rafforzi un processo identitario attualmente in luce.

 

In sostanza, si tratta di una iniziativa di animazione territoriale che intende mostrare e mettere a sistema le opportunità di reddito legate alla valorizzazione del patrimonio di biodiversità e ai prodotti locali – dimostrare che si può vivere anche della propria identità. L’idea-forza del progetto è che l’unione fa il territorio e attraverso iniziative collettive, come il Festival 4P, gli attori locali rafforzino la consapevolezza sul rapporto tra le risorse “sottoutilizzate” presenti nell’area vasta e una crescente domanda di mercato (es. legata all’escursionismo, al turismo lento ed esperienziale, alla convivialità e condivisione di tradizioni e culture autentiche) da giustificare il loro impegno personale.